Intervista ad Anna Cantagallo, autrice dell’opera “Come cibo per l'anima. Le ricette di Marigiò”.
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08/06/2023 | Bookpress
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Anna Cantagallo è un medico specializzato in endocrinologia e scienza dell'alimentazione; da anni si dedica anche alla scrittura teatrale, e ha al suo attivo circa una ventina di opere rappresentate. Ha pubblicato per la casa editrice Gremese, nella collana la Scienza in cucina, cinque testi scientifici-divulgativi inerenti al suo campo professionale. Pubblica per Castelvecchi nel 2021 il primo libro della sua saga al femminile dal titolo “Arazzo familiare”, e nel 2022 il secondo volume, “Il Sole tramonta a mezzogiorno”.
«Ci presenta la sua opera “Come cibo per l'anima. Le ricette di Marigiò”? Da cosa è nata l'idea che ha portato alla scrittura di questo libro?»
Questo è un ricettario un poco diverso, dove sono le protagoniste della saga a parlare e a presentare alcune ricette. L'idea nasce dalla richiesta di alcuni lettori e lettrici che, avendo già letto i miei romanzi, mi hanno chiesto di descrivere più dettagliatamente le ricette narrate. Erano rimasti intrigati da alcuni piatti assolutamente sconosciuti che intuivano essere deliziosi.
«Quanto c'è di autobiografico nelle sue opere? E in particolare, per il suo libro di ricette ha tratto ispirazione dalle sue memorie familiari e dalle tradizioni della sua terra d'origine?»
La prima domanda mi viene posta spesso. Confermo che i due romanzi della saga non raccontano la storia della mia famiglia; tuttavia, per creare i personaggi principali come quelli secondari mi sono inevitabilmente ispirata a persone che conoscevo più o meno direttamente o di cui avevo sentito parlare. Per rendere i personaggi verosimili ho amalgamato le tracce di un vissuto reale con quello di scaturito dalla fantasia. Il tutto è stato inserito nel contesto storico di riferimento, sottolineato da dettagli di abitudini, di consuetudini ormai perse e, addirittura, dal modo di parlare. Ho usato, infatti, tre diversi linguaggi, come d'uso nei tre periodi storici descritti. Invece, riguardo alle ricette siamo davvero nell'ambito familiare. Esiste nella realtà una scatola di legno con sopra scritto ricettario, dove sono custodite le ricette trasmesse nelle generazioni ed anche alcuni foglietti sparsi con varie ricette scarabocchiate. Essendo i miei genitori abruzzesi, molte ricette si riferiscono a questa regione.
«Nella sua saga al femminile iniziata con “Arazzo familiare” e proseguita con “Il Sole tramonta a mezzogiorno” si narra la storia lunga quasi un secolo di tre donne - Maricò, Marilì e Marigiò - i cui legami familiari si rafforzano anche grazie a delle antiche ricette di cucina, ormai quasi introvabili, che si tramandano di generazione in generazione. Quale valore riveste il cibo nelle sue opere?»
Il cibo è il più potente messaggio d'amore. Attraverso il cibo, preparato con amore e dedizione, si può trasmettere tanti messaggi senza profferire parola. Cucinare per gli altri (familiari, gli amici o persone care) è un generoso atto d'amore. Chi lo riceve si sente avvolto da una piacevole sensazione di accudimento che si trasforma in gratitudine.
«Delle tre intense protagoniste dei suoi romanzi ha scelto Marigiò come “testimonial” del suo libro di ricette: vorrebbe descrivercela?»
Marigiò è la protagonista più giovane delle tre donne descritte e quella di cui seguiremo l'evoluzione. In Arazzo familiare è la figlia impegnata nelle lotte del '68, mentre nel Sole tramonta a mezzogiorno è una madre disperata che sta per perdere sua figlia in coma irreversibile. Nel terzo libro, dal titolo Riparare la vita, la vedremo addirittura come nonna.
Marigiò è una professionista (medico affermato anche in campo internazionale), che non ha mai rinunciato a cucinare, avendo ben compreso il messaggio d'amore e di accudimento legato al cibo.
«Che tipo di ricette sono presentate nell'opera “Come cibo per l'anima. Le ricette di Marigiò”? Sono piatti complessi o possono essere preparati anche da chi non è molto esperto in cucina?»
Le ricette presentate sono quelle della tradizione abruzzese ormai difficili da trovare nella ristorazione. Permangono come piatti domestici in quelle poche case dove la tradizione si è tramandata. Non sono difficili come esecuzione, ma alcuni richiedono del tempo dedicato. Io ho cercato di velocizzare dei passaggi suggerendo l'uso della pentola a pressione.
«Vorrebbe raccontarci più nel dettaglio di cosa parlano i suoi romanzi “Arazzo familiare” e “Il Sole tramonta a mezzogiorno”?»
Ho deciso di scrivere questa saga familiare per darmi una risposta alla domanda se le giovani donne d'oggi devono qualcosa alle loro antenate nel percorso verso l'autonomia. Ho ambientato Arazzo familiare nel Novecento che ritengo sia il secolo dove le donne hanno potuto iniziare a illuminare la propria coscienza. Ciascuna delle tre donne rispecchia il periodo storico nel quale ho fatto vivere la sua vita. Maricò vive nei primi anni del Novecento in un paese abruzzese con un padre che dispone di lei facendola diventare la giovanissima la dama di compagnia di una nobile sua coetanea. Eppure, da adulta, saprà rifiutare una proposta di matrimonio vantaggiosa nella consapevolezza che, con il suo lavoro, avrebbe potuto mantenere se stessa e sua figlia Marilì. Quest'ultima è schiacciata in un matrimonio infelice, ma impiega tutte le sue forze affinché i suoi figli possano studiare per avere un futuro migliore, già intuibile nel secondo dopoguerra. Marigiò avrà addirittura l'opportunità di frequentare 'Università per diventare medico. Sono gli anni dei movimenti studenteschi del '68. Nel sole tramonta a mezzogiorno, Marigiò che non ha saputo resistere alla malia della nuova donna che stava apparendo negli anni Sessanta, ha abbracciato la carriera, andando addirittura in America. La sua non è stata una scelta indolore: ha lasciato sua figlia, (avuta da un compagno di lotte studentesche), in adozione a una sua cara amica. La ritroviamo al capezzale della ragazza, in coma dopo un incidente stradale. Marigiò, che non è mai stata madre, l'accudirà con dedizione e tenerezza per vari mesi, parlandole in un lungo soliloquio nella speranza di perdonarsi e farsi perdonare.
«Può darci qualche anticipazione sul terzo libro della saga di Marigiò, di prossima uscita?»
Riparare la vita è un titolo che è una metafora della vita. Quando si ha ferita o un grande dolore, sarebbe opportuno riferirsi alla tecnica degli artigiani giapponesi che, per riparare una tazza rotta, inseriscono della polvere d'oro lì dove l'oggetto si era frantumato dandone una nuova vita. Guardarsi dentro, illuminando il processo di conoscenza per sanarsi, diventa la polvere d'oro per riparare la propria vita. In questo terzo romanzo siamo negli anni duemila. Sono trattati temi attuali come il diritto al fine vita, l'amore senile e tanto altro ancora.
Contatti
https://www.facebook.com/annacantagalloautrice
Link di vendita online
https://www.amazon.it/Come-cibo-lanima-ricette-Marigi%C3%B2/dp/B0BT9Q7339/ref=sr_1_1?mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&crid=1YVFOVBRDNLEU&keywords=anna+cantagallo&qid=1675841710&sprefix=anna+cantagallo%2Caps%2C181&sr=8-1
«Ci presenta la sua opera “Come cibo per l'anima. Le ricette di Marigiò”? Da cosa è nata l'idea che ha portato alla scrittura di questo libro?»
Questo è un ricettario un poco diverso, dove sono le protagoniste della saga a parlare e a presentare alcune ricette. L'idea nasce dalla richiesta di alcuni lettori e lettrici che, avendo già letto i miei romanzi, mi hanno chiesto di descrivere più dettagliatamente le ricette narrate. Erano rimasti intrigati da alcuni piatti assolutamente sconosciuti che intuivano essere deliziosi.
«Quanto c'è di autobiografico nelle sue opere? E in particolare, per il suo libro di ricette ha tratto ispirazione dalle sue memorie familiari e dalle tradizioni della sua terra d'origine?»
La prima domanda mi viene posta spesso. Confermo che i due romanzi della saga non raccontano la storia della mia famiglia; tuttavia, per creare i personaggi principali come quelli secondari mi sono inevitabilmente ispirata a persone che conoscevo più o meno direttamente o di cui avevo sentito parlare. Per rendere i personaggi verosimili ho amalgamato le tracce di un vissuto reale con quello di scaturito dalla fantasia. Il tutto è stato inserito nel contesto storico di riferimento, sottolineato da dettagli di abitudini, di consuetudini ormai perse e, addirittura, dal modo di parlare. Ho usato, infatti, tre diversi linguaggi, come d'uso nei tre periodi storici descritti. Invece, riguardo alle ricette siamo davvero nell'ambito familiare. Esiste nella realtà una scatola di legno con sopra scritto ricettario, dove sono custodite le ricette trasmesse nelle generazioni ed anche alcuni foglietti sparsi con varie ricette scarabocchiate. Essendo i miei genitori abruzzesi, molte ricette si riferiscono a questa regione.
«Nella sua saga al femminile iniziata con “Arazzo familiare” e proseguita con “Il Sole tramonta a mezzogiorno” si narra la storia lunga quasi un secolo di tre donne - Maricò, Marilì e Marigiò - i cui legami familiari si rafforzano anche grazie a delle antiche ricette di cucina, ormai quasi introvabili, che si tramandano di generazione in generazione. Quale valore riveste il cibo nelle sue opere?»
Il cibo è il più potente messaggio d'amore. Attraverso il cibo, preparato con amore e dedizione, si può trasmettere tanti messaggi senza profferire parola. Cucinare per gli altri (familiari, gli amici o persone care) è un generoso atto d'amore. Chi lo riceve si sente avvolto da una piacevole sensazione di accudimento che si trasforma in gratitudine.
«Delle tre intense protagoniste dei suoi romanzi ha scelto Marigiò come “testimonial” del suo libro di ricette: vorrebbe descrivercela?»
Marigiò è la protagonista più giovane delle tre donne descritte e quella di cui seguiremo l'evoluzione. In Arazzo familiare è la figlia impegnata nelle lotte del '68, mentre nel Sole tramonta a mezzogiorno è una madre disperata che sta per perdere sua figlia in coma irreversibile. Nel terzo libro, dal titolo Riparare la vita, la vedremo addirittura come nonna.
Marigiò è una professionista (medico affermato anche in campo internazionale), che non ha mai rinunciato a cucinare, avendo ben compreso il messaggio d'amore e di accudimento legato al cibo.
«Che tipo di ricette sono presentate nell'opera “Come cibo per l'anima. Le ricette di Marigiò”? Sono piatti complessi o possono essere preparati anche da chi non è molto esperto in cucina?»
Le ricette presentate sono quelle della tradizione abruzzese ormai difficili da trovare nella ristorazione. Permangono come piatti domestici in quelle poche case dove la tradizione si è tramandata. Non sono difficili come esecuzione, ma alcuni richiedono del tempo dedicato. Io ho cercato di velocizzare dei passaggi suggerendo l'uso della pentola a pressione.
«Vorrebbe raccontarci più nel dettaglio di cosa parlano i suoi romanzi “Arazzo familiare” e “Il Sole tramonta a mezzogiorno”?»
Ho deciso di scrivere questa saga familiare per darmi una risposta alla domanda se le giovani donne d'oggi devono qualcosa alle loro antenate nel percorso verso l'autonomia. Ho ambientato Arazzo familiare nel Novecento che ritengo sia il secolo dove le donne hanno potuto iniziare a illuminare la propria coscienza. Ciascuna delle tre donne rispecchia il periodo storico nel quale ho fatto vivere la sua vita. Maricò vive nei primi anni del Novecento in un paese abruzzese con un padre che dispone di lei facendola diventare la giovanissima la dama di compagnia di una nobile sua coetanea. Eppure, da adulta, saprà rifiutare una proposta di matrimonio vantaggiosa nella consapevolezza che, con il suo lavoro, avrebbe potuto mantenere se stessa e sua figlia Marilì. Quest'ultima è schiacciata in un matrimonio infelice, ma impiega tutte le sue forze affinché i suoi figli possano studiare per avere un futuro migliore, già intuibile nel secondo dopoguerra. Marigiò avrà addirittura l'opportunità di frequentare 'Università per diventare medico. Sono gli anni dei movimenti studenteschi del '68. Nel sole tramonta a mezzogiorno, Marigiò che non ha saputo resistere alla malia della nuova donna che stava apparendo negli anni Sessanta, ha abbracciato la carriera, andando addirittura in America. La sua non è stata una scelta indolore: ha lasciato sua figlia, (avuta da un compagno di lotte studentesche), in adozione a una sua cara amica. La ritroviamo al capezzale della ragazza, in coma dopo un incidente stradale. Marigiò, che non è mai stata madre, l'accudirà con dedizione e tenerezza per vari mesi, parlandole in un lungo soliloquio nella speranza di perdonarsi e farsi perdonare.
«Può darci qualche anticipazione sul terzo libro della saga di Marigiò, di prossima uscita?»
Riparare la vita è un titolo che è una metafora della vita. Quando si ha ferita o un grande dolore, sarebbe opportuno riferirsi alla tecnica degli artigiani giapponesi che, per riparare una tazza rotta, inseriscono della polvere d'oro lì dove l'oggetto si era frantumato dandone una nuova vita. Guardarsi dentro, illuminando il processo di conoscenza per sanarsi, diventa la polvere d'oro per riparare la propria vita. In questo terzo romanzo siamo negli anni duemila. Sono trattati temi attuali come il diritto al fine vita, l'amore senile e tanto altro ancora.
Contatti
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